Coscienza sporca o tornare bambini

“Credo che tutto questo faccia parte di una sorta di senso di colpa che il mondo degli adulti avverte nei confronti dell’infanzia.
Abbiamo rubato ai bambini il piacere di giocare davvero.
Abbiamo eliminato dalla città i veri spazi d’incontro spontaneo fra bambini.
Abbiamo impegnato le loro vite programmandole fin dalla più tenera età, al punto che oggi, nelle scuole, riferendoci al percorso scolastico di un bambino, parliamo da anni di << continuità>> e da un pò di tempo anche di <<progetto di vita>> per ogni singolo allievo.
Eppure noi adulti sappiamo bene che la vita è fatta di casualità, di incontri importanti che aprono nuove strade e di passioni che si sviluppano improvvisamente.
Come possiamo ipotecare l’infanzia?
Ho sempre sostenuto l’idea che noi dobbiamo tornare bambini.
Tornare bambini vuol dire per me essere attenti al mondo dell’infanzia e della fanciullezza come tali.. e non come preparazione alla <<vera vita>>, cioè a quando si diventerà adulti.
L’urlo silenzioso che il mondo dei bambini e delle bambine ci lancia è <<lasciateci giocare!>>.
Il tempo dell’infanzia è un tempo di gioco, d’incontro libero tra coetanei, di scoperta spontanea del mondo, senza la presenza ossessiva di adulti che pretendono di programmare, progettare, spiegare, istruire ogni cosa.””

Testo tratto da “La pedagogia della lumaca” di Gianfranco Zavalloni pag. 36

 

 

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